L’Azienda Agricola Petrera Pasquale ha da sempre mostrato la propria vocazione verso la valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti più tipici, credendo profondamente nel loro assoluto valore.
Con questo spirito e in assoluta controtendenza, nel 1987 affrontava la prima vendemmia del suo Primitivo destinata alla bottiglia, con uvaggio in purezza, quando, a seguito di espianti selvaggi, i propri vigneti di Primitivo erano rimasti pressoché gli unici nell’agro di Gioia del Colle.
Col medesimo principio si è per prima attivata per la creazione di un Consorzio di Tutela della D.O.C. Gioia del Colle. L’idea si è realizzata, con il coinvolgimento di alcuni altri produttori, il 3 Febbraio del 2000 con la fondazione del Consorzio volontario di Tutela e Valorizzazione dei Vini D.O.C. Gioia del Colle, riconosciuto nel 2003 dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e che conta oggi sul supporto di oltre cinquanta soci tra vinicoltori e viticoltori.
Abbiamo da sempre ritenuto che gli sforzi per la valorizzazione di un prodotto e per il suo miglioramento non possano prescindere da un concreto impegno nella ricerca. La nostra prima idea sperimentale è stata legata alla conservazione nel tempo del nostro prodotto imbottigliato, ravvisando che la soluzione ideale per la preservazione delle nostre bottiglie, confezionate secondo nostri particolari accorgimenti e condizioni, sia una conservazione verticale in locale a temperatura e umidità costante, effettuando un momentaneo e delicato coricamento della bottiglia per qualche secondo ogni anno di conservazione. Tale tesi è stata avvalorata da uno studio sulla conservazione di vini in bottiglia con tappo in sughero, compiuto dall’Istituto di Ricerca – Dipartimento per la Viticoltura dell’Università di Geisenhaim in Germania.
Nel 1995 abbiamo avviato una collaborazione con l’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano Veneto (TV) per un confronto varietale del nostro con altri vitigni Greco. Gli esiti hanno escluso la presenza del complesso dell’accartocciamento, che influisce negativamente sulla maturazione del frutto, e dell’arricciamento, che influisce negativamente sulla germogliazione. Dalle gemme del Greco “Spinomarino” sono state prodotte barbatelle innestate custodite nel Centro di Conservazione del Germoplasma – Servizio Controllo Vivai del Ministero dell’Agricoltura a Montelibretti (Roma).
Nel 2000 abbiamo aderito ad un programma di ricerca dell’Istituto per la Viticoltura di Turi in collaborazione con la sede di Conegliano, sulla selezione clonale dei vitigni di Primitivo presenti sul territorio, indirizzandoci alla riproduzione di un particolare clone denominato Primitivo Selezionato.
Nel 2003 sono state intraprese collaborazioni con la Facoltà di Agraria dell’Università della Basilicata sulla caratterizzazione chimica dei vini D.O.C. e I.G.T. del Sud-Italia, e con il Centro Nazionale Ricerca dell’Università di Lecce, sull’identificazione, la caratterizzazione e la selezione dei lieviti presenti nel Primitivo.
Dal 2005 al 2007 abbiamo lavorato in collaborazione con il centro ricerche e analisi agroalimentari Panalisi di Bari, titolare di uno studio, autorizzato dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, sulle possibili strategie per la prevenzione della contaminazione da ocratossina A nei vini, coadiuvata dal Dipartimento di Chimica dell’Università La Sapienza di Roma e con la supervisione dell’Istituto Superiore della Sanità.
Il nostro attuale impegno sperimentale è inoltre rivolto all’applicazione delle più moderne tecniche e tecnologie di produzione e trasformazione, da unire alle nostre pratiche tradizionali affinate in anni di esperienza, per dare al nostro processo di produzione ulteriori slanci, raggiungere standard di qualità sempre più elevati e puntare costantemente all’optimum nel pressochè inesplorato campo della vinificazione disciplinata del Primitivo D.O.C. Gioia del Colle e dell’altro nostro vitigno di razza: il Greco.